Il caso Errani apre una nuova partita in Emilia Romagna, politica ed elettorale. Con le dimissioni del governatore decise dopo la condanna in Appello, il centrodestra prova a riprendere le fila del discorso per tentare di ribaltare quella che da sempre è stata la regione “rossa” per eccellenza. Qualcosa si muove, anche se è presto per dire e capire.
Intanto c’è la riflessione di Gianluca Pini, parlamentare della Lega, che da garantista non ritiene “opportune le dimissioni di Errani” specie a pochi mesi dal voto per scadenza naturale della legislatura. Garantista “sempre e comunque” si dichiara Pini, “per di più a seguito di una condanna non definitiva. Sono garantista, sempre e lo sono soprattutto quando scatta il linciaggio per gli avversari politici”.
Premessa per dire che se Errani “non ritirerà le dimissioni è urgente che tutte le forze politiche alternative alla sinistra si debbano mobilitare per tempo per avere una candidata o un candidato credibile e forte per dare una vera alternanza all’Emilia e alla Romagna”. Oggi Pini incontra il coordinatore regionale di Fi, Massimo Palmizio col quale comincerà a fare il punto della situazione e a immaginare una rosa di papabili per la presidenza della Regione. Anche se, chiosa, “le elezioni ad ottobre non mi paiono essere una scelta saggia”.
Al netto degli incontri in calendario tra esponenti politici, il centrodestra deve capire da che parte andare e anche con quali candidati. In Emilia Romagna, il centrosinistra governa da 44 anni e c’è bisogno di nomi forti per scardinare un potere consolidato. Nei ranghi di Fi, si fa largo il nome di Rodolfo Ridolfi, uno degli azzurri del ‘94, già consigliere regionale e vicepresidente del Consiglio regionale. Ma non si escludono primarie. Per il Pd si parla del sindaco di Forlì, Roberto Balzani.
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