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Giovanardi (Ncd): “Bondi dice la verità. Se la nuova Fi è quella di Cecchi Paone…Ho parlato con Silvio e gli ho detto che…”

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carlo-giovanardi 1“Bondi non lascerà Berlusconi, ma non crede nella nuova Fi”. Il campanello di allarme del fedelissimo berlusconiano, per Carlo Giovanardi, senatore di Ncd, è la conseguenza logica della linea politica forzista. Compresa la candidatura alle europee di Cecchi Paone, sul delicato crinale dei temi etici. A Intelligonews,  rivela una recentissima telefonata con l’ex Cav…

Senatore Giovanardi, Bondi ha seppellito Fi? Lei lo conosce bene.

«Interpretando seriamente il pensiero di Bondi ci sono due cose che ha detto ieri che sono vere. La prima: è vero che Bondi è fedelissimo di Berlusconi e finchè Berlusconi starà in politica, Bondi starà con lui. La seconda: evidentemente Bondi non condivide la linea politica di Fi nel momento in cui Fi si è chiamata fuori dal disegno riformatore del governo delle larghe intese, dalla possibilità di incidere direttamente sul campo delle regole del gioco. Fi si è messa su una posizione difficile: si mettono a sedere con Renzi per le riforme, ma in parlamento non solo hanno determinato la rottura col governo Letta ma continuano a fare le barricate. Quando Bondi dice che questa Fi così, non ha futuro dice una cosa vera».

Non è che ha detto una cosa di poco conto…
«E’ la logica conseguenza di quanto accaduto a ottobre quando hanno deciso di sciogliere il Pdl, di cancellare un partito che aveva il suo segretario, il suo ufficio di presidenza, insomma un partito vero. Al suo posto è nata una realtà presentata come Silvio Berlusconi, punto. Per questo la vicenda della nuova Fi inizia e finirà con Berlusconi».

Bondi fa la sua analisi lucida ma impietosa nel giorno in cui Bonaiuti ufficializza il suo ingresso in Ncd. Ci vede anche una simbologia in questo passaggio?
«Da un lato ci vedo il tentativo difficile, pur con tutte le nostre contraddizioni, di dare una risposta al centrodestra, anche per il futuro. Una risposta alternativa a Renzi che rappresenta il Pse, cioè l’avversario storico del Ppe. Dall’altro c’è solo Silvio Berlusconi».

Voi siete stati accusati di tradimento, poi altri si sono incamminati nella vostra direzione. Chi sono i veri traditori?
«Mantengo ottimi rapporti personali con Berlusconi per il semplice motivo che quando mi disse della sua intenzione di cancellare il Pdl io risposi che non ero mai stato in Fi avendo aderito al Pdl nel 2008 con gli amici dei popolari. Quindi non capisco cosa io avrei tradito, semmai è l’opposto se proprio vogliamo buttarla sul tradimento. Questa roba del tradimento è una barzelletta, ma dico di più…».

Cosa?
«Se leggo le dichiarazioni di oggi di Cecchi Paone, autorevole candidato di Fi alle europee che dice voglio la liberalizzazione della droga, voglio il matrimonio gay…».

Come minimo le viene l’orticaria…
«Non dico che ho ragione io e torto lui. Dico che per 4 anni ho fatto il segretario nel governo Berlusconi con delega alla famiglia e le idee del Pdl di allora non sono quelle di Fi oggi. Io la pensavo all’opposto di Capezzone, Galan, e ora Cecchi Paone e non ho cambiato idea, mentre vedo che molti in Fi hanno sposato le tesi di Cecchi Paone, Galan, Capezzone e di un gruppo dirigente ormai ampiamente spostato su posizioni che talvolta scavalcano perfino quelle della sinistra. Non è un problema di collocazione politica ma di contenuti».

Proprio non le piace la candidatura di Cecchi Paone?
«Non mi interessa commentarla, dico che è in sintonia con la linea politica della nuova Fi».

Bondi è il “nuovo Fini” come qualcuno ha detto?
«Assolutamente no. Bondi ha una sua autonomia intellettuale: noto che sui temi etici o sensibili ha avuto negli anni una sua evoluzione così come rispetto al quadro politico nel suo insieme. Loro, però, hanno un problema…».

Quale?
«Un conto è dire come sosteniamo noi, facciamo un tratto di strada insieme prima con Letta poi con Renzi per fare le riforme poi ognuno per la sua strada perché loro sono di sinistra noi di centrodestra; un conto è fare la beatificazione di Renzi come fanno in Fi. Io l’ho segnalato a Berlusconi…».

Cosa gli ha detto?
«Se vado in tv e sostengo questo governo e critico anche i limiti e le contraddizioni che possono esserci in Renzi, eppoi mi trovo quelli di Fi che sembra che il mondo sia cominciato con Renzi e che nei 9 anni prima noi non abbiamo fatto nulla, cosa devo pensare?».

Cosa gli ha risposto Berlusconi?
«Mi ha chiesto di segnalargli dove e quando, in un dialogo cordiale tra di noi. Sono stato al governo per 9 anni con Berlusconi, come ministro e come sottosegretario e non ne do un giudizio negativo».

Simone Furlan, nell’intervista a Intelligonews, dice che voi state al governo coi voti di Berlusconi. Cosa risponde?
«Siamo sempre dentro al solito equivoco. Io sono in parlamento coi voti che ho preso nella mia carriera politica, partendo dal consiglio comunale. Quello che dice Furlan, magari vale per lui o per altri presi da Berlusconi e messi in determinati ruoli. Anche Alfano prima di Berlusconi ha avuto una sua storia politica. Questa idea che i voti li piglia sempre e solo Berlusconi, al netto del fatto che è un ottimo catalizzatore di consensi, oggi non basta più. Ed è anche il motivo per cui alle amministrative abbiamo perso Trieste, Pordenone, Vicenza, Belluno, Treviso, Padova, Lecco, Como, Brescia, Milano, Monza, Torino, Cuneo…».

Si fermi, per carità…Europee. Il vero duello è tra Renzi e Grillo, con Berlusconi che arriva terzo? E Ncd che ruolo avrà?
«Le europee fotograferanno una situazione per certi aspetti contradditoria perché il voto europeo è anche un voto in libera uscita, un voto di protesta e le amministrative sono un’altra cosa. Il punto è che dopo il voto di maggio si capirà cosa succederà alla legge elettorale, perché se Berlusconi arriva terzo, rimetterà in discussione il patto con Renzi sull’Italicum, una legge da rivedere assolutamente di fronte al fatto che in una democrazia non possono esistere solo due partiti».

Giovanni Toti dice che se Fi arriva al 20 per cento è un successo. I suoi ex colleghi stanno mettendo le mani avanti?
«Quello che mi meraviglia, è come un partito che ritiene di prendere il 19, 20 dei consensi possa parlare di successo. Allora se Fi prendesse il 22, Toti parlerebbe di ‘straordinario successo’? E’ l’arroganza di dire ai cittadini non votate per gli altri partiti che sono traditori, il trattare gli altri come dei Pària».


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